Finestre magiche
- sabrinalotauro

- 1 dic 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 set 2024

Ventiquattro piccoli dolcetti, ventiquattro giorni a Natale.
Ventiquattro finestrelle numerate, ma, dietro ciascuna, accanto ai dolcetti, cosa c'è veramente?
La finestra più importante, senza dubbio è quella dei desideri, quella della tanto amata letterina a Babbo Natale. Liste interminabili di desideri più disparati, richieste bizzarre, sogni e fantasie di ogni tipo.
Il povero Babbo Natale, prima di indossare l'uniforme d'ordinanza, avrà già contattato i genitori che, animati da ottime doti di persuasione, dovranno riuscire a far virare i desideri dei loro bambini verso qualcosa di più fattibile.
Proprio attigua, appena un numero dopo, c'è la finestra del dubbio che inizia a nascere in qualche bambino più grandicello: "Ma Babbo Natale, esiste davvero?" Se anche volesse continuare a far sopravvivere il dubbio, c'è il fratello maggiore che non è certo d'aiuto: "L'anno scorso aveva la stessa voce di papà". Fine della magia.
Non credo ci sia molto da aggiungere: Babbo Natale è sicuramente il migliore amico di un bambino ma non si può certo affermare che sarà così per sempre.
Poi c'è la finestra della felicità, quella dei lavoretti a scuola, quando la maestra concede di unire tutti i banchi e si può pasticciare di nascosto con la colla vinilica, il glitter e le tempere. Il lavoretto alla fine viene sempre un po' sbilenco e non si capisce perché quello del compagno accanto è sempre più bello... La soluzione è quasi sempre quella di caricare con un'altra mano di colore e poi un'altra spolverata di glitter. Alla fine della della giornata straluccica pure l'orecchio interno ma il risultato è straordinario.
Un pò più in là, c'è la finestra della recita nel salone della scuola, col tradizionale lupetto rosso, il cappellino di Babbo Natale e quella parte da recitare che i genitori conoscono già a memoria da venti giorni almeno. Impresa ardua ricordarla nel momento giusto, con la giusta prosodia, soprattutto con quelle movenze imbarazzanti a cui la maestra tiene tanto, senza ovviamente dimenticare quella parola che proprio non entra nella testa!
Ancora una finestra da aprire, quelle delle decorazioni. Vetrine di negozi, strade e locali sono illuminati da mille lucine intermittenti. Si sentono tintinnii di sonaglini e cori di voci bianche. Ogni frequenza radiofonica trasmette i pezzi classici e poi... c'è quella bella, quella canzone di Natale dentro la stessa pubblicità di cinque anni prima, che guai a cambiarla, altrimenti pure il panettone cambia sapore!
Ma la finestra più tenera è quella del presepe, dove, sotto la luce della cometa i pastorelli fanno chilometri ogni giorno per tutta Betlemme come neanche i personaggi Playmobil in cameretta in un anno solare. C'è una stana forza di attrazione in quelle pecorelle tutte in fila che cercano di mantenere un miracoloso equilibrio tra quelle manine curiose che rovistano e ispezionano in mezzo al muschio. Il tutto mentre il bue l'asinello, immobili, si nascondono dietro la mangiatoia, si scambiano opinioni sottovoce, in attesa di impegnarsi nel nobile compito di riscaldare il bambinello.
Dietro quelle finestre numerate c'è molto di più dei dolcetti di cioccolato. Ci sono giorni di fermento, di risate e di affetti. Ci sono i momenti più belli della quotidianità che ritornano ogni anno, resi indimenticabili da un'attesa magica.




