Si può volare
- sabrinalotauro

- 29 ago
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 26 nov

Un passo dopo l’altro, in questo sentiero sconnesso, con le mie scarpe scomode, facendo attenzione a non calpestare vita e bellezza, mi sono portata avanti.
Questo silenzio che parla di pace, mi costringe ad ascoltare, a guardare, a respirare.
Devo spogliarmi, anche della mia ingenuità, tra gli sguardi curiosi di palme nane e di timo, mettendo via lo zaino pesante delle pretese e dell’egoismo del mondo, e poi, ancora più leggera, a piedi nudi, sento la terra calda che mi sostiene e che mi spinge ad andare avanti per sopravvivere, tra i sassi delle delusioni e delle mie paure.
Ancora un passo, in questo bisogno immenso di connessione con la purezza. Nuda, sento sulla pelle l’aria fresca che vibra intorno a me.
Ho fame d’aria e di luce, ma non mi fermo, non mi volto indietro, incoraggiata dalle fronde umili di esseri ancora vergini di questo luogo incontaminato.
Nel cammino tutto in salita, tra il ronzio e la danza delicata di insetti e farfalle, mi sorprende tutto l’amore che sento accanto a me. Non sono sola.
Quanta luce! Immenso bene che mi avvolge, mi nutre e mi rigenera.
L’aria tersa entra in ogni fibra del mio corpo. Giunta in cima, ubriaca di vita e di libertà, in questa sinestesia dell’anima, si amplificano i sensi e posso sentire il colore della leggerezza e vedere il suono di un gabbiano, un attimo di vita in questa eterna bellezza.
Da quassù si vede il mare. Da quassù si può volare.



